MIND
Eventi 18 Ottobre 2023

L’Università Statale di Milano inaugura a MIND il nuovo anno accademico: a cento anni esatti dalla sua fondazione l’Ateneo diventa multipolare

L’Università Statale di Milano inaugura a MIND il nuovo anno accademico: a cento anni esatti dalla sua fondazione l’Ateneo diventa multipolare

Una giornata densa di simboli che tengono insieme il passato, il presente e il futuro dell’Ateneo: esattamente a cento anni dalla sua fondazione, che data proprio 16 ottobre 1923, l’Università Statale di Milano svela la prima pietra del nuovo Campus – un’iconica lastra di marmo di Candoglia che riunisce simbolicamente MIND a Città Studi – ed inaugura l’anno accademico 2023-2024.

 

Milano, 16 Ottobre 2023. Si è svolta nell’Auditorium di Palazzo Italia, in un clima di viva emozione, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Statale di Milano. Prima della sua storia a Mind, l’inaugurazione è stata preceduta dalla cerimonia di svelamento della prima pietra del nuovo Campus, una lastra di marmo di Candoglia. Erano presenti: il Rettore Elio Franzini, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, il Consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca Onorevole Cristina Rossello, l’Assessore all’Università, Ricerca, Innovazione di Regione Lombardia Alessandro Fermi, il Prefetto di Milano Renato Saccone, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Sindaco di Rho Andrea Orlandi, Monsignor Luigi Bressan, il CEO Lendlease Europa Andrea Ruckstuhl, l’Amministratore Delegato di Arexpo S.p.A Igor De Biasio, il Direttore del MIT Senseable City Lab e autore della visione architettonica del Campus MIND Carlo Ratti, la Prorettrice Vicaria Mariapia Abbracchio, il Presidente della Conferenza degli studenti dell’Università degli Studi di Milano Elia Montani.

E’ il valore dei simboli il filo conduttore della giornata: simboli scelti per fissare in modo inequivocabile l’identità di una trasformazione che intende valorizzare il legame con la storia, con la memoria, con l’identità più profonda della Statale.

Il marmo di Candoglia scelto per la cerimonia della prima pietra del Campus in Mind, elemento costitutivo del Duomo di Milano, concesso con generoso entusiasmo dalla Veneranda Fabbrica, rappresenta il dialogo ininterrotto dell’ateneo con Milano, ma sottolinea anche la perfetta continuità con la sua origine. Sempre di marmo di Candoglia era, difatti, la prima pietra di quella Città degli Studi che nel 1915, a Cascine Doppie, iniziava la storia di quella che dopo otto anni di attivismo di Mangiagalli sarebbe diventata l’Università degli Studi di Milano.

Un quartiere che la Statale ha scelto di non abbandonare, nonostante lo spostamento in Mind della quasi totalità delle sue componenti scientifiche ma, al contrario, ha deciso di valorizzare, confermandone la vocazione universitaria con il recente avvio della realizzazione per il nuovo Campus umanistico.
Apice della simbologia, che accompagna tutta questa storica giornata, la data: al 16 ottobre 1923 risale l’atto fondativo dell’Università Statale, esattamente cento anni oggi, e le due date sono incise nella lastra di Candoglia, che diverrà oggetto iconico del nuovo Campus.

A compimento del suo centenario, dopo un lungo percorso, la Statale approda dunque a Mind, dove si svilupperà un Campus scientifico che la porterà nel futuro, ma in un quadro di crescita multipolare dell’ateneo che è un omaggio alla sua storia, oltre che una scelta di sviluppo rispettoso della sua vocazione multidisciplinare e del valore sociale e culturale dei suoi insediamenti sul territorio.

Una visione di futuro – sviluppata e concretamente avviata – che è il lascito del Rettore Elio Franzini e che è naturalmente al centro, declinata con diversi accenti, anche nell’ultimo discorso di inaugurazione del suo mandato.

Destino dei Rettori della Statale, già dal suo primo, Mangiagalli, è quello di dover trovare nuovi spazi esordisce Franzini: “da sempre, chi si trovi a guidare le università, e che abbia a cuore il bene pubblico, l’interesse degli studenti, della ricerca, della didattica, della cura deve avere l’edificazione di nuovi spazi come un fine irrinunciabile”. Il Campus MIND è nato “dall’intuizione del mio predecessore Luca Vago e proseguirà con chi verrà dopo di me, godendo delle possibilità che visoni diverse possono offrire”, anche se, vuole sottolinearlo il Rettore, “pur essendovi dei nomi a guida, Mind, come città Studi o la magica ricostruzione della Ca’ Granda dopo i bombardamenti, non sono il frutto soltanto di quelle guide, ma il risultato di migliaia di donne e uomini che, qualsiasi funzione abbiano o abbiano avuto, hanno davvero costruito”. Un passaggio questo che consente al Rettore di rinnovare il suo ringraziamento – e di presentire la sua “inestinguibile nostalgia” – per i “tutti, proprio tutti, (…) essenziali per la crescita di un’istituzione”, una “parità” che Franzini richiama come “una eredità dei miei anni che possa essere rispettata”.

Il Rettore sceglie di non soffermarsi sui dati positivi, che testimoniano di un’Università in crescita (vedi scheda allegata) – “preferibile, quando si lascia, non fare, per dirla alla milanese, il bauscia” – ma cita sia pure per sommi capi quelli che restano problemi aperti per il sistema universitario italiano: la carenza delle risorse – insufficienti in primis per il diritto allo studio – la permanenza di procedure che rendono “ingessato e impaurito il comparto pubblico”, il precariato della ricerca, sul quale spende parole piuttosto nette: “l’incertezza non aguzza l’ingegno, lo consuma, e bisogna tener conto dei diritti dei nostri ricercatori e soprattutto delle nostre giovani ricercatrici”.

Agli studenti e alle studentesse Franzini dedica come sempre il cuore del suo discorso, richiamando la necessità di “donare loro un futuro che offra maggiori opportunità, sia abitative sia formative, perché, non lo si dimentichi, sono loro che rendono vivo il mondo, che generano un incessante valore”. Il Rettore cita Giovanni Paolo II, rinnovando l’invito a non avere paura, “in primo luogo della loro stessa giovinezza”, e ancora Mangiagalli che nel suo primo discorso inaugurale definiva gli studenti portatori di un “soffio intenso di libertà”, in un ateneo che deve restare aperto, commenta Franzini, ad ogni incontro e scontro di idee”.

Una definizione in linea con l’idea di Università che emerge dalle parole del Rettore: tanto più in un mondo “attraversato dalla follia delle guerre”, dovere delle Università è  “costruire la pace attraverso la formazione, il dialogo, la condivisione delle culture”. L’Università deve essere “sempre più aperta al mondo, alla diversità, alla differenza (…) perché la storia ha messo in crisi la ragione, le verità unilaterali, le ideologie chiuse e ha svelato visioni del mondo in cui libertà e giustizia non sono già possessi acquisiti ma orizzonti sempre nuovi da riconquistare”.

In sintonia con l’identità profondamente multidisciplinare della Statale, il Rettore ricorda che i saperi “vanno sempre rinnovati non riproducendo un’astratta eternità, bensì costruendo, loro tramite, un sistema di valori civili e sociali. Una visione univoca li distrugge, rende i loro spessori fragili simulacri”. L’università – al contrario – è “la moltiplicazione degli sguardi, l’attraversamento delle discipline per tenerne vivo lo spessore conoscitivo”. Così, specularmente, è una “complessità infinita, che si perde in innumerevoli sentieri” che emerge quando si tenta di costruire una sola storia della nostra Università, un’unica genealogia.

Il basamento di marmo di Candoglia torna nel finale del discorso del Rettore: icona della nostra storia che, con la nostra storia, “darà colore a questi luoghi”.  Se l’Università è “perenne costruzione di una dignità individuale e collettiva”, chiude Franzini, “ricerca, innovazione, riflessione sono il modo per fondare, per proseguire, per posare ogni giorno, e sempre di nuovo, una nuova pietra, al di là delle persone, ma con le persone”.

 

Ha accenti decisi, che mettono al centro la necessità di un ripensamento urgente delle Università, il discorso di Elia Montani, Presidente della Conferenza degli studenti. E’ alla “sfida antropologica a cui siamo chiamati” che l’università deve saper rispondere, alla necessità di favorire la crescita di “soggetti in grado di vivere la condizione umana planetaria e promuovere un’intelligenza della complessità”. Ribadendo la centralità del ruolo educativo delle Università, Montani denuncia quella che definisce “una incomprensibile antitesi tra la formazione, e il modello organizzativo che ne consegue da un lato, e l’educazione dall’altro. Come se concentrarsi sull’educare il cosiddetto capitale umano del nostro futuro causasse un depotenziamento in termini di nozioni, competenze, ricerca. Come se fosse realmente possibile scorporare la formazione specifica di studentesse e studenti da una loro crescita in termini educativi.”.

Le sfide che ci attendono richiedono al contrario una sintesi, “gridano a gran voce la necessità di soggetti dotati di maggiore consapevolezza e responsabilità del proprio ruolo nella società; curiosi e attenti verso la realtà e il suo divenire; protagonisti e dallo sguardo d’insieme”.

Il Campus della Statale a MIND

La realizzazione del Campus della Statale a MIND è parte di un complessivo progetto di sviluppo multipolare dell’ateneo, che comprende anche l’intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione di Città Studi, dove è stato appena avviato il cantiere per il nuovo Campus a vocazione prevalentemente umanistica per quel polo, il Polo Centrale, che ha il suo centro nel meraviglioso edificio della Ca’ Granda, il Polo Veterinario di Lodi – anch’esso firmato da un grande architetto internazionale, Kengo Kuma – e il Polo UNIMONT di Edolo (BS), dove hanno sede i corsi di studio e le attività scientifiche dell’Università della Montagna.

Come quello di Mangiagalli di dotare Milano di una Università degna del suo rango, il Campus a MIND è un progetto ambizioso, di grande respiro, anche internazionale, un progetto, come ha recentemente rimarcato il Rettore Elio Franzini, “per la città, per il territorio, per l’intero Paese”.

Il progetto di realizzare un nuovo Campus scientifico in MIND nasce nel 2015 dall’opportunità aperta dagli spazi e dalle infrastrutture create per EXPO 2015 che intercetta la non più prorogabile esigenza di profondo rinnovamento – secondo i più elevati standard internazionali – delle strutture scientifiche ospitate dai primi del ‘900 nel quartiere milanese di Città Studi.

Un cambiamento di portata storica che condurrà la Statale di Milano nel futuro, permettendo di concentrare in un unico insediamento la grande ricchezza di competenze scientifiche multidisciplinari dell’ateneo, potenziando le sinergie interne e l’interazione con l’ecosistema locale, grazie anche a una macropiattaforma tecnologica di ultima generazione, a disposizione per collaborazioni nazionali e internazionali.  Al termine di un complesso processo di definizione dei vari aspetti del progetto che ha coinvolto l’ateneo e tutte le istituzioni pubbliche a livello cittadino, regionale e nazionale, nel 2022 arriva l’approvazione definitiva del Progetto Campus.

La visione architettonica complessiva del Campus MIND è dello studio internazionale di design e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati: “Le università italiane, insieme a quelle inglesi, hanno avuto un ruolo chiave nel definire il paradigma spaziale dei luoghi dell’apprendimento. Molto di quel paradigma, vecchio di quasi mille anni, resta valido. Tuttavia oggi, anche a causa dei cambiamenti delle reti sociali generati dalla rivoluzione digitale, abbiamo bisogno di qualcosa di più. Dobbiamo pensare le nostre università innanzitutto come luoghi dell’incontro e dello scambio. Lo spazio fisico deve incoraggiare le interazioni sociali, privilegiando l’approccio del laboratorio rispetto a quello delle lezioni frontali. Da questi ragionamenti nascono la visione architettonica e le linee guida del nuovo Campus MIND, a partire da un pian terreno libero e uno spazio pubblico ininterrotto, che permette a docenti e studenti di ritrovarsi. O ancora, la presenza della natura, capace di entrare nell’edificio, il quale a sua volta si collega al paesaggio”, spiega Carlo Ratti

La gara per l’edificazione e la concessione trentennale di gestione del Campus, nel quadro della formula della finanza di progetto è stata vinta da Lendlease. “La realizzazione del Nuovo Campus scientifico dell’Università Statale in MIND è un caso esemplare di collaborazione pubblico privata per lo sviluppo nel Paese di infrastrutture per l’istruzione. Nel contempo è una pietra miliare nella rigenerazione urbana di quest’area“, commenta Andrea Rucksthul, CEO Lendlease Europe. “Questo genere di collaborazione potrebbe trovare sviluppi virtuosi se i programmi PNRR per la rigenerazione e quello per la formazione dialogassero, completando anche l’offerta formativa con gli ITS, che ha ancora a disposizione 1miliardo di euro circa non spesi, ma soprattutto ancora non assegnati nel metodo. Operatori come Lendlease possono fare molto per la crescita del paese realizzando infrastrutture per la formazione e la ricerca: l’ecosistema di MIND ne è la prova”.

I terreni su cui verrà edificato il Campus, un’area di 65mila mq, derivano da un contratto di compravendita siglato definitivamente con Arexpo a giugno, a seguito della delibera del Consiglio di Amministrazione della Statale. “L’avvio della realizzazione del Campus di UniMi a MIND è la migliore dimostrazione che il distretto dell’innovazione voluto da Arexpo sia stata una scelta vincente per l’area che ha ospitato Expo 2015, per Milano, per la Lombardia e per l’intero Paese. Stiamo sviluppando un progetto dedicato a ricerca e innovazione che affronti al meglio le sfide del futuro con la presenza di tanti giovani, studenti e ricercatori, e che, grazie all’impegno comune delle istituzioni, delle università, di soggetti pubblici e privati, è già una eccellenza assoluta nel panorama internazionale”, dichiara l’amministratore delegato di Arexpo Igor De Biasio

Favorendo gli scambi tra l’Università e le realtà scientifiche internazionali già presenti in MIND, il nuovo Campus rappresenterà un motore di attrazione di talenti e un volano per sviluppare la ricerca di base in applicazioni concrete, con forti ricadute sociali nazionali e internazionali. Sono infatti già numerosi sono gli accordi di collaborazione stretti tra l’ateneo e le diverse realtà scientifiche, culturali e dell’innovazione sociale presenti nel distretto, tra cui Human Technopole, il nuovo IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, Federated Innovation, Valore Italia, Cascina Triulza, e molti altri.
“È un onore ospitare l’inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 dell’Università Statale di Milano presso l’auditorium della Fondazione Human Technopole nel cuore di MIND, il Milano Innovation District. Vedere posare la prima pietra del futuro campus dell’Università proprio nel momento della celebrazione del suo centenario è la dimostrazione di una istituzione scientifica all’avanguardia, desiderosa di favorire la connessione tra sapere accademico, ricerca applicata e innovazione. La presenza dell’università a MIND sarà certamente foriera di importanti progetti e collaborazioni per il territorio e il Paese. Auguro a tutti gli studenti, docenti e personale tecnico amministrativo dell’Università Statale di Milano un anno accademico ricco di successi e nuove scoperte”, conclude il Presidente della Fondazione Human Technopole Gianmario Verona.

 

I numeri del Campus

Il Campus MIND ospiterà una comunità di oltre 23 mila persone tra studenti, ricercatori, docenti e personale di staff, segnando in maniera definitiva la vocazione scientifica e internazionale di MIND. Il Campus sarà dotato di diverse attività commerciali, servizi, spazi per il riposo, lo studio e il tempo libero per la comunità che vive nel Campus, e rappresenterà il luogo di scambio e di interrelazione tra gli utenti del Campus e quelle delle attività previste nelle altre aree di MIND. vero campus costruito a misura di studente, sul modello dei più evoluti campus internazionali. Parliamo di  18.376 mq per la didattica, per un totale di 11.500 posti, di 62.988 mq di laboratori didattici e scientifici, compresa la macropiattaforma di 15mila che ospiterà fino a 300 ricercatori, con  infrastrutture tecnologiche e strumentali di alta specializzazione, 8.546 mq di Biblioteca aperta agli studenti e ai cittadini per un totale di 1.700 posti, 1.100 posti letto in strutture residenziali, 400 dei quali destinati agli studenti beneficiari di borse per il diritto allo studio, 5.500 mq di area verde da destinare ad Orto botanico. La superficie totale del nuovo Campus sarà pari a 210.910 mq.

Mostra di più
Mostra di meno